Danno Ambientale - Rsa
Danno ambientale
Il danno ambientale viene definito come qualsiasi deterioramento (significativo e misurabile, diretto o indiretto) di una risorsa naturale o dell’utilità assicurata dalla stessa, dove per utilità di una risorsa si intendono servizi e funzioni svolti a favore di altre risorse naturali o dell’uomo.
È necessario precisare, però, che in aderenza al principio di precauzione la disciplina non si applica solo in caso di evidenza di danno ma anche in caso di sola “minaccia imminente” di danno ovvero quando si verifichi – con valutazione scientifica obiettiva – il rischio sufficientemente probabile che stia per verificarsi uno specifico danno ambientale.
La disciplina riguarda due principali tipologie di danno ambientale:
- quello causato da specifiche attività professionali (tra cui rientrano ad esempio le attività afferenti alla normativa “IPPC” e quelle relative alla gestione dei rifiuti);
- quello causato da un’attività diversa dalle suddette, in caso di comportamento doloso o colposo. Questo mette l’accento sul fatto che la responsabilità sarà a carico dell’Operatore solo in caso di colpa o dolo dello stesso.
Le tipologie di “deterioramento” che danno luogo ad un danno, con riferimento alla modificazione alle condizioni originarie, sono valutate nei confronti di specifici comparti ambientali, in particolare:
ACQUE INTERNE SUPERFICIALI, ACQUE SOTTERRANEE, ACQUE MARINO COSTIERE: acque interne, mediante azioni che incidano in modo significativamente negativo sullo stato ecologico, chimico o quantitativo o sul potenziale ecologico delle acque definiti nella direttiva 2000/60 oppure sullo stato ambientale delle acque marine definito nella direttiva 2008/56
TERRENO : terreno, mediante qualsiasi contaminazione che crei un rischio significativo di effetti nocivi, anche indiretti, sulla salute umana a seguito dell’introduzione di sostanze, preparati, organismi, ecc…
SPECIE ED HABITAT PROTETTI, AREE PROTETTE: specie e habitat naturali protetti dalla L. 157/1992 e dal D.P.R. 357/97 e aree naturali protette dalla L. 394/1991
La definizione di danno ambientale è quindi limitata alle componenti naturalistiche sopra descritte e non si riferisce ad elementi quali paesaggio ed atmosfera.
Le principali cause o fonti di impatto, ossia i comportamenti o gli eventi, in grado di determinare degli effetti negativi sull’ambiente, che sono stati oggetto di contestazione nelle sedi penali, nei casi esaminati finora sono i seguenti:
- sversamento/abbandono/interramento di rifiuti sul o nel suolo;
- scarichi in acque superficiali;
- scarichi nel suolo e nel sottosuolo;
- scarichi in mare;
- omissione di interventi di contenimento e controllo degli inquinanti nel suolo e/o nelle acque;
- altro.
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Nel periodo 2020 -2022 si rileva una costante crescita di eventi causa di potenziale danno ambientale tale da vedere triplicato, in tre anni, il carico di lavoro in questo settore. I principali incrementi si rilevano in corrispondenza di attività che riguardano la non corretta gestione degli impianti di depurazione di competenza pubblica (comunale) e la non corretta gestione dei rifiuti (rientrano in questa categoria anche il non corretto smaltimento dei liquami delle attività zootecniche).
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L’ Autorità competente per l’esercizio dei poteri in materia di danno ambientale, su tutto il territorio nazionale, è ad oggi il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE).
In seguito a segnalazioni da parte dell’Autorità Giudiziaria o denunce da diversi soggetti, l’Autorità competente attiva la Rete Operativa SNPA per il Danno Ambientale. Le linee guida SNPA, emanate con l’intento di standardizzare le procedure di identificazione di danno, prevedono che ISPRA “attivi” ARPAC per dare il proprio contributo tecnico nelle seguenti procedure:
- Istruttorie per i procedimenti penali in fase preliminare, in cui ARPAC esprime una valutazione preliminare circa la sussistenza di profili di danno ambientale.
- Istruttorie per i procedimenti penali in fase di giudizio, i procedimenti civili e le procedure amministrative extra-giudiziarie supporto ad ISPRA, per la valutazione del danno ambientale o della minaccia di danno ambientale.
In questo contesto, ARPAC raccoglie le informazioni a disposizione nel territorio derivanti dai propri compiti istituzionali (esiti di monitoraggi, sopralluoghi, attività istruttorie, ecc…) ed elabora un documento funzionale all’individuazione dell’eventuale sussistenza di profili di danno ambientale o di minaccia imminente di danno. In caso di esito positivo, il Ministero può procedere attraverso la costituzione in giudizio o può decidere di monitorare il corso del procedimento. Frequentemente accade però che, per mancanza di attività mirate o di informazioni pregresse, ARPAC non sia in grado di dare ad ISPRA informazioni sufficienti a supportare il profilo di danno ambientale; in questi casi, il Ministero dell’Ambiente comunque sollecita tutti gli Enti pubblici coinvolti all’adozione dei provvedimenti di rispettiva competenza, come indicati nella relazione dell’ISPRA (a esempio: l’adozione di ordinanze di rimozione di rifiuti, lo sviluppo delle procedure amministrative di bonifica, l’imposizione di interventi impiantistici e gestionali in sede autorizzativa, ecc.).
ANALISI DEGLI INDICATORI AMBIENTALI
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N. | INDICATORE | DESCRIZIONE | CLASSIFICAZIONE DPSIR | COPERTURA TEMPORALE | COPERTURA SPAZIALE |
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1 | Numero di procedimenti di Danno Ambientale in Italia | L’indicatore descrive la distribuzione dei casi giudiziari su scala regionale | Risposta (R) | 2022 | regionale |
2 | Numero di procedimenti di Danno Ambientale in Campania | L’indicatore descrive la distribuzione dei casi giudiziari su scala provinciale per tipologia di attività | Risposta (R) | 2020_2022 | provinciale |