Gestione dei Rifiuti Speciali - Rsa
Nome indicatore
Gestione dei Rifiuti SpecialiClassificazione DPSIR
PressioneRispostaCopertura spaziale
RegionaleCopertura temporale
2014-2022Descrizione
La Sezione Regionale del Catasto Rifiuti (SRCR), nella ormai consueta collaborazione con ISPRA, dal 2008 elabora e trasmette annualmente tutti i dati disponibili sia per la redazione del rapporto Rifiuti Speciali, in particolare viene effettuata la bonifica delle banche dati MUD e vengono elaborati e trasmessi ad ISPRA i dati sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali implementando l'apposito format annualmente predisposto dall'ISPRA.
Trend
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Operazioni di gestione Rifiuti Speciali in Campania - anno 2022
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Gestione Rifiuti Speciali in Campania
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Totale Rifiuti Speciali gestiti in Campania (t/a)
Commento ai dati
Nel 2022, la produzione di rifiuti speciali in Campania ha raggiunto circa 10,3 milioni di tonnellate, con un incremento significativo rispetto ai 9,1 milioni di tonnellate del 2021. Questo incremento si riflette anche nei dati di gestione dei rifiuti speciali in Campania. La forma predominante di gestione rimane il recupero di materia (operazioni da R2 a R12), che ha riguardato circa 7 milioni di tonnellate, rappresentando il 77% del totale gestito. Tra queste, il recupero di sostanze inorganiche attraverso l'operazione R5 ha continuato a giocare un ruolo centrale, contribuendo al 62% del recupero totale di materia con oltre 5,5 milioni di tonnellate. Questo dato è strettamente collegato alla produzione di rifiuti da Costruzione e Demolizione (C&D), che, oltre ad essere tra i rifiuti più prodotti, sono anche i più recuperati e gestiti. L’incremento nell’utilizzo degli incentivi edilizi, come il Superbonus 110%, ha ulteriormente stimolato la crescita dei rifiuti da C&D. L'aumento dell'attività edilizia, incentivato dalle politiche governative, ha spinto il volume dei rifiuti derivanti da demolizioni e ristrutturazioni, con un impatto significativo sulla gestione complessiva dei rifiuti speciali. Questo trend evidenzia una correlazione diretta tra le politiche economiche e la gestione dei rifiuti nel settore delle costruzioni. L'utilizzo dei rifiuti come fonte di energia (R1) è rimasto marginale, con poco più di 4.800 tonnellate (circa 0,05% del totale gestito). Per quanto riguarda lo smaltimento, nel 2022 sono state avviate a operazioni di smaltimento circa 1,03 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di cui: • 943.000 tonnellate sono state sottoposte a operazioni come il trattamento chimico-fisico e biologico (D8, D9), ricondizionamento preliminare (D13, D14) e altre operazioni di smaltimento; • Meno di 22.000 tonnellate sono state avviate all'incenerimento. La Campania rimane l'unica regione italiana senza discariche operative per rifiuti speciali, una situazione invariata dal 2005. Questa mancanza rappresenta una criticità rilevante per il sistema di gestione dei rifiuti speciali nella regione, poiché obbliga le imprese a fare affidamento su impianti situati in altre regioni, con conseguenti aumenti nei costi logistici e operativi. Questa dipendenza potrebbe potenzialmente incentivare anche pratiche illegali, come il traffico illecito di rifiuti speciali, aumentando i rischi per l’ambiente e la salute pubblica. La messa in riserva (R13) prima dell'avvio delle operazioni di recupero ha coinvolto oltre 514.000 tonnellate di rifiuti a fine anno 2022. Il deposito preliminare (D15), prima dello smaltimento, ha riguardato circa 9.000 tonnellate. L'operazione R12, propedeutica alle altre operazioni di recupero, ha continuato a crescere. Tali dati confermando la struttura del sistema impiantistico, caratterizzato da numerosi impianti di trattamento intermedi. Dopo l'operazione R5, il recupero dei rifiuti tramite R3 (recupero di rifiuti organici) e R4 (recupero di metalli) rappresentano rispettivamente la seconda e terza forma di gestione più prevalente. Anche l'operazione R10 (spandimento sul suolo) ha registrato una crescita significativa, con oltre 176.000 tonnellate di rifiuti gestiti attraverso questa modalità nel 2022. Analisi del trend di gestione dei rifiuti speciali in Campania (2014-2022) Dal 2014 al 2022, la gestione complessiva dei rifiuti speciali in Campania è raddoppiata, passando da circa 4,6 milioni di tonnellate nel 2014 a 9,1 milioni di tonnellate nel 2022. Questo incremento riflette la crescente produzione e trattamento dei rifiuti speciali, che ha registrato un trend costante di crescita in quasi tutti gli anni, fatta eccezione per il 2020, anno della pandemia, in cui vi è stata una lieve contrazione dovuta al rallentamento delle attività economiche. La forma predominante di gestione rimane l'operazione R5 (recupero di sostanze inorganiche), che ha visto un incremento significativo, più che raddoppiando dal 2014, quando si registravano circa 2,2 milioni di tonnellate, fino a superare i 5,5 milioni di tonnellate nel 2022. Anche altre forme di gestione hanno registrato una crescita costante nel periodo: • R3 (recupero dei rifiuti di natura organica) è passato da circa 459.000 tonnellate nel 2014 a 677.000 tonnellate nel 2022. • R4 (recupero di metalli) ha visto un aumento da 454.000 tonnellate nel 2014 a quasi 590.000 tonnellate nel 2022. • Le operazioni di smaltimento come D8 e D9 (trattamenti chimico-fisico e biologico) sono anch'esse in crescita, con il trattamento chimico-fisico (D9) che ha superato le 650.000 tonnellate nel 2022. Un altro trend notevole è il forte incremento delle operazioni R12, propedeutiche al recupero. Questo tipo di operazione è aumentato significativamente dal 2014, con un picco di oltre 419.000 tonnellate nel 2022. Anche l’operazione R10 (spandimento sul suolo) ha registrato una crescita rilevante, passando da meno di 2.000 tonnellate nel 2014 a 176.000 tonnellate nel 2022. Nel complesso, il periodo 2014-2022 mostra una crescita costante e strutturata nella gestione dei rifiuti speciali in Campania, con un incremento generalizzato di tutte le principali modalità di trattamento. Fanno eccezione il recupero energetico e lo smaltimento in discarica, che rimangono limitati a causa della mancanza di impianti regionali. Questo obbliga le imprese a rivolgersi a impianti fuori regione, contribuendo all'aumento dei costi di trasporto e favorendo l'espansione del settore legato alla logistica dei rifiuti.