Stato chimico

Lo Stato Chimico concorre, insieme allo Stato Ecologico, alla definizione dello Stato di un Corpo Idrico superficiale. La Direttiva 2000/60/CE vincola gli Stati membri alla protezione, al miglioramento, al ripristino di tutti i Corpi Idrici superficiali al fine di raggiungere un buono stato delle acque superficiali. Il Corpo Idrico che soddisfa tutti gli standard di qualità ambientale fissati dalla normativa è classificato in BUONO Stato Chimico. In caso contrario, la classificazione evidenzierà il MANCATO CONSEGUIMENTO DELLO STATO BUONO.

La classificazione chimica di un Corpo Idrico viene effettuata in base alle concentrazioni di sostanze appartenenti all’elenco di priorità: sostanze pericolose prioritarie (PP), sostanze prioritarie (P) e altre sostanze (P). L’elenco delle sostanze e i corrispondenti standard di qualità ambientale (SQA) sono riportati nel D.lgs. 172/2015. Il non superamento degli SQA fissati per ciascuna di queste sostanze implica l’assegnazione di “stato chimico buono” al corpo idrico; in caso contrario, il giudizio è di “non raggiungimento dello stato chimico buono”.

Le concentrazioni delle sostanze dell’elenco di priorità che identificano il buono stato chimico sono definite dagli Standard di Qualità Ambientale (SQA), espressi come valori Medi Annui (SQA-MA) e come concentrazioni massime ammissibili (SQA_CMA), fissati al punto 2, lettera A.2.6, tabella 1/A del DM 260/2010. I corpi idrici che soddisfano, in ciascun anno di monitoraggio nell’arco del triennio o del sessennio, tutti gli standard di qualità ambientale stabiliti per ciascuna delle sostanze dell’elenco di priorità vengono classificati in buono stato chimico. In caso di superamento degli standard di qualità ambientale, anche per un solo anno del triennio o del sessennio di monitoraggio e anche per una sola sostanza ricercata, al corpo idrico non è riconosciuto il buono stato chimico. Nel caso di più stazioni di monitoraggio individuate sul medesimo corpo idrico, la classificazione dello stato chimico del corpo idrico stesso corrisponde alla classificazione peggiore tra quelle riscontrate.

La valutazione dello stato chimico è stata elaborata partendo con una rete di monitoraggio provvisoria progettata per il biennio 2013/2014. In seguito la rete è stata estesa a tutti i corpi idrici della Campania inclusi quelli mai monitorati in precedenza come riportato in tabella. L’implementazione del monitoraggio ha consentito una maggiore copertura territoriale migliorando il dettaglio della classificazione e rivelando una percentuale più alta di corpi idrici in stato non buono.

La sintesi relativa al sessennio è ottenuta a considerando le sostanze inquinanti ricercate per ciascun periodo specificato in colonna ed i trend evolutivi dello stato ambientale di ciascun corpo idrico. La maggiore copertura territoriale del monitoraggio ha consentito anche di valutare un incremento dei corpi idrici caratterizzati da un regime effimero o episodico a causa della forte alterazione idrologica.

Nel sessennio 2015-2020 lo Stato Chimico è risultato BUONO per la grande maggioranza dei corpi idrici fluviali (77%), solo in una modesta percentuale di corpi idrici NON ha conseguito lo Stato BUONO (15%), per cui si è rilevato il superamento degli standard di qualità ambientale fissati dalla normativa (DM 260/2010 e Dlgs 172/15). Nella procedura di classificazione sono state considerate alcune delle nuove sostanze dell’elenco di priorità inserite dal D. Lgs.172/2015, il quale prevede che gli SQA fissati per tali sostanze si applichino a partire dal 22 dicembre 2018. Per i rimanenti Corpi Idrici lo stato chimico è risultato NON VALUTABILE (8%) a causa della completa assenza d’acqua.

 


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