Emissioni

Ai sensi della Parte V del D.Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii, per “Inquinamento Atmosferico” s’intende “ogni modificazione dell’aria atmosferica, dovuta all’introduzione nella stessa di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da ledere o da costituire un pericolo per la salute umana o per la qualità dell’ambiente oppure tali da ledere i beni materiali o compromettere gli usi legittimi dell’ambiente.”

Il termine “Emissione in atmosfera” si riferisce, invece, a qualsiasi sostanza solida, liquida o gassosa introdotta nell’atmosfera che possa causare inquinamento atmosferico.

È possibile distinguere le emissioni in quattro diverse tipologie sulla base del tipo di sorgente da cui sono prodotte (cfr. Regione Campania “Inventario regionale delle emissioni per l’anno 2019”):

  • Emissioni da sorgente di tipo puntuale , prodotte da sorgenti localizzabili geograficamente, sul territorio, tramite le loro coordinate geografiche.
  • Emissioni da sorgente di tipo lineare , derivanti da sorgenti assimilabili a linee quali, ad esempio, le infrastrutture stradali e gli assi ferroviari.
  • Emissioni da sorgente di tipo areale , generate da sorgenti che emettono su un’area ben definita del territorio (ad esempio porti ed aeroporti).
  • Emissioni da sorgente diffusa generate da sorgenti non incluse nelle classi precedenti e che necessitano per la loro stima di elaborazioni statistiche. Rientrano in tale categoria sia le emissioni di origine puntiforme che, per livello dell’emissione, non possono considerarsi prodotte da sorgenti localizzate o puntuali, sia quelle di tipo areale (ad esempio le foreste) o ubique (ad esempio traffico diffuso).

Per quanto riguarda la ricostruzione del quadro conoscitivo sulle emissioni in atmosfera in Campania, si è fatto riferimento all’ultima edizione dell'inventario regionale, pubblicata nel 2022, con aggiornamento dei dati all'anno 2019.

Rispetto al precedente inventario regionale delle emissioni relativo ai dati del 2016, in Campania si registra una diminuzione delle emissioni di ossidi di azoto, ossidi di zolfo e metalli pesanti; mentre, si rileva un modesto incremento delle emissioni di materiale particolato, monossido di carbonio, benzene e benzo(a)pirene.

Con riferimento agli ossidi di azoto, le emissioni relative al 2019 sono dovute soprattutto al settore dei Trasporti, con un contributo maggiore dei Trasporti stradali (63%) rispetto alle Altre Sorgenti mobili (19%). Di minor rilievo è il contributo degli Impianti di combustione non industriali (9%), e degli Impianti di combustione industriale e dei processi con combustione (6%).

Per quanto riguarda il materiale particolato, nel 2019 il settore degli Impianti di combustione non industriali ha fornito il maggiore contributo alle emissioni di materiale particolato PM10 e PM2.5 (71% per il PM10 ed 82% per il PM2.5).

Altri contributi rilevanti sono rappresentati dal settore dei Trasporti stradali, che contribuisce per il 10% alle emissioni di PM10 e per il 9% a quelle di PM2.5.

L’ Agricoltura è responsabile dell’11% delle emissioni di PM10 e solo per il 2% di quelle di PM2.5.

Infine, un contributo non trascurabile (3%) alle emissioni di materiale particolato in aria è dato dagli incendi boschivi.

Nel 2019 gli Impianti di combustione non industriali e i Trasporti stradali risultano essere i principali responsabili, rispettivamente per il 73% e per il 19%, anche delle emissioni di monossido di carbonio in aria. Tale situazione non si osserva per gli ossidi di zolfo, le cui emissioni, invece, nel 2019 sono dovute principalmente al settore Altre sorgenti mobili e macchine (57%). Seguono gli Impianti di combustione non industriali (18%), gli Impianti di combustione industriale e processi con combustione (16%) e il settore Combustione nell’industria dell’energia e trasformazione fonti energetiche (6%).

Nell’ambito delle attività relative alle emissioni in atmosfera, Arpac esegue:

  1. ispezioni, controlli e campionamenti delle emissioni industriali ai sensi della normativa vigente;
  2. programmazione di ispezioni, controlli e campionamenti in materia di AIA, VIA e ARIR;
  3. sopralluoghi e campionamenti per il controllo della qualità dell’aria ambiente, anche con riferimento al controllo delle emissioni da fonti diffuse;
  4. istruttoria tecnica per l’espressione di pareri per il rilascio dell’autorizzazione alle emissioni in atmosfera e per il rilascio di AIA;
  5. verifica delle attività di autocontrollo delle emissioni in atmosfera da parte dei gestori degli impianti e dei dati degli SME dei gestori degli impianti;
  6. sopralluoghi e campionamenti di fibre di amianto aerodisperse;
  7. compilazione della base dati del catasto emissioni in atmosfera;
  8. supporto tecnico-scientifico, per quanto di competenza, agli Enti territoriali.

ANALISI DEGLI INDICATORI AMBIENTALI

click sul link dell'indicatore>

N INDICATORE DESCRIZIONE CLASSIFICAZIONE DPSIR COPERTURA TEMPORALE COPERTURA SPAZIALE
1 Emissioni totali di materiale particolato PM10 L'indicatore si riferisce alle emissioni in Megagrammi per anno di materiale particolato con diametro aerodinamico inferiore ai 10 μm (PM10). Pressione (P) 2019 Confini amministrativi comunali
2 Emissioni totali di materiale particolato PM2.5 L'indicatore si riferisce alle emissioni in Megagrammi per anno di materiale particolato con diametro aerodinamico inferiore ai 2,5 μm (PM2.5). Pressione (P) 2019 Confini amministrativi comunali
3 Emissioni totali di NOx L'indicatore si riferisce alle emissioni in Megagrammi per anno di ossidi di azoto (NOx). Pressione (P) 2019 Confini amministrativi comunali
4 Emissioni totali di SOx L'indicatore si riferisce alle emissioni in Megagrammi per anno di ossidi di zolfo (SOx). Pressione (P) 2019 Confini amministrativi comunali

VAI A ARIA