Produzione Rifiuti Speciali Pericolosi e Non Pericolosi - Rsa
Nome indicatore
Produzione Rifiuti Speciali Pericolosi e Non PericolosiClassificazione DPSIR
PressioneCopertura spaziale
RegionaleCopertura temporale
2014-2022Descrizione
La Sezione Regionale del Catasto Rifiuti (SRCR), nella ormai consueta collaborazione con ISPRA, dal 2003 elabora e trasmette annualmente tutti i dati disponibili sia per la redazione del rapporto Rifiuti Speciali, in particolare viene effettuata la bonifica delle banche dati MUD e vengono elaborati e trasmessi ad ISPRA i dati sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali implementando l'apposito format annualmente predisposto dall'ISPRA.
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Produzione dei rifiuti speciali in Campania - trend
Commento ai dati
Nel periodo 2015-2018, la produzione dei rifiuti speciali in Campania è rimasta stabile intorno ai sette milioni di tonnellate, per poi registrare un significativo incremento nel 2019, raggiungendo quasi 8,5 milioni di tonnellate, con un aumento del 16% rispetto all’anno precedente. Nel 2020, i dati mostrano una sostanziale stabilità, mantenendosi sui livelli del 2019. Tale incremento è in gran parte imputabile ai rifiuti provenienti da attività di costruzione e demolizione, che hanno registrato una crescita del 30,75% rispetto al 2018. Escludendo i rifiuti da costruzione e demolizione, la produzione di rifiuti speciali ha registrato aumenti più contenuti: +5,3% per i rifiuti speciali non pericolosi e +1,1% per quelli pericolosi. Nel 2021, la produzione totale ha superato per la prima volta i 9 milioni di tonnellate, con l’ennesimo aumento legato prevalentemente ai rifiuti da costruzione e demolizione, che continuano a rappresentare la maggior parte dei rifiuti speciali prodotti. Nel 2022, la produzione di rifiuti speciali ha raggiunto 10.324.709 tonnellate, segnando un ulteriore aumento rispetto al 2021. Ancora una volta, la crescita è principalmente attribuibile ai rifiuti da costruzione e demolizione, che rappresentano il 55,72% del totale, seguiti dalle attività di "Raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti, recupero dei materiali e attività di risanamento" (codici ATECO 38 e 39) che contribuiscono per circa 2.789.000 tonnellate, pari al 30,6% della produzione totale. Le altre attività economiche coprono il restante 13,6% della produzione, pari a circa 1.244.000 tonnellate, con settori rilevanti come l'industria alimentare e delle bevande (241.000 tonnellate) e l'industria del legno, della carta e della stampa (126.000 tonnellate). Anche la produzione di rifiuti nell'industria pesante (metallurgia e fabbricazione di prodotti meccanici, elettrici ed elettronici) si attesta su 289.000 tonnellate. Di particolare interesse è il dato relativo alla produzione di rifiuti dalla fabbricazione di articoli in pelle, con circa 23.000 tonnellate, che pone la Campania al quarto posto in Italia, dopo Veneto, Toscana e Marche, grazie alla storica attività del polo conciario di Solofra. Dal 2019 in poi, la produzione di rifiuti speciali in Campania ha seguito un trend di crescita, che coincide con la ripresa economica registrata in diversi settori strategici, in particolare quelli legati alla trasformazione industriale, al settore manifatturiero e alla gestione dei rifiuti. Gli incrementi osservati nel 2019 (+16% rispetto al 2018) e nel 2021 (+9% rispetto al 2020) sono strettamente collegati all’espansione delle attività produttive, che ha portato a una maggiore generazione di scarti e residui industriali. La crescita della produzione industriale, misurata da indicatori economici come il Prodotto Interno Lordo (PIL) regionale e l’indice di produzione industriale, è un fattore chiave per comprendere l’aumento dei rifiuti speciali. In particolare, settori come la metallurgia, l’industria alimentare e le attività di trattamento dei rifiuti hanno beneficiato di una crescita economica che ha comportato una produzione più elevata di materiali di scarto. A livello regionale, la Campania ha registrato un PIL in aumento negli anni pre-pandemia, sostenuto principalmente dalle attività produttive manifatturiere e industriali, riflettendosi in una crescita della produzione di rifiuti speciali. Un altro elemento da considerare è il crescente ruolo delle attività di gestione dei rifiuti (codici ATECO 38 e 39), che da sole rappresentano circa il 30% della produzione totale di rifiuti speciali. Questo è indicativo del consolidamento di un ciclo integrato dei rifiuti in Campania, che ha stimolato una produzione maggiore di rifiuti legata al trattamento meccanico e biologico (TMB) e alla valorizzazione dei materiali. Come detto, L’incremento più marcato, tuttavia, riguarda i rifiuti provenienti dal settore delle costruzioni e demolizioni, che costituiscono oltre il 55% della produzione totale di rifiuti speciali in Campania nel 2022. Questo dato è fortemente influenzato dalle politiche di incentivo fiscale legate all'edilizia, in particolare il Superbonus 110%, introdotto dal governo italiano per promuovere l'efficientamento energetico e la ristrutturazione edilizia. Il Superbonus 110%, varato nel 2020 e attivo fino al 2023, ha stimolato una ripresa massiccia delle attività edilizie in tutta Italia, e in particolare in Campania, regione con un tessuto edilizio caratterizzato da una grande quantità di edifici residenziali datati e spesso non conformi agli attuali standard energetici. Grazie a questo incentivo, migliaia di cantieri sono stati aperti per lavori di ristrutturazione, isolamento termico, consolidamento antisismico e installazione di impianti fotovoltaici. Questo ha comportato una notevole quantità di materiali di scarto generati dalle demolizioni parziali e dalle ricostruzioni. L’incremento del 30,75% registrato tra il 2018 e il 2019 nei rifiuti da costruzione e demolizione trova ulteriore conferma nel 2021 e nel 2022, quando, a seguito dell’applicazione del Superbonus, la produzione di questi rifiuti ha continuato a crescere significativamente. Gli scarti edili, compresi calcestruzzo, mattoni, asfalto e materiali da isolamento, sono tra i principali contributori a questo aumento